«Per me il gioco d’azzardo era ormai una droga…» – Storia di Dionis Hajro

Mi chiamo Dionis Hajro e sono di nazionalità albanese.
Voglio raccontarvi della meravigliosa grazia che il Signore Cristo Gesù ha manifestato nella mia vita.

Già in Albania avevo sentito parlare di Gesù mediante mia zia ed alcuni miei cugini.  Anche se all’epoca avevo solo 11 anni una frase pronunciata da un mio cugino era rimasta indelebile nella mia mente:  “quando devi pregare, prega sempre nel nome di Gesù Cristo”.

A 13 anni, venuto in Italia, cominciai la scuola, perché il mio obiettivo era quello di impegnarmi nello studio.   Le cose, tuttavia, andarono diversamente.  Infatti frequentando il secondo anno della scuola superiore conobbi degli amici con i quali mi incamminai per una strada che portava solo alla rovina. Avevo all’epoca 16 anni.

Qualche tempo dopo conobbi una ragazza del mio paese (oggi mia fidanzata e futura moglie, ma soprattutto sorella in Cristo Gesù).  Nonostante avessi trovato la ragazza dei miei sogni ciò non bastò a cambiare completamente la mia vita; dico completamente perché in ogni caso posso affermare che il suo amore (e quello delle mie sorelle) mi impedirono di rovinare maggiormente la mia vita entrando nel giro della droga. Di questo oggi rendo grazie a Dio riconoscendo che Egli aveva un piano per me. Continua a leggere

«Dio, fammi morire!» – Storia di Raffaele Marzullo

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Anche oggi, come ogni venerdì, Dueperuno è lieta di presentare uno dei graditi ospiti, che ci racconterà la sua storia; vi presentiamo Raffaele Marzullo! Ascolta la sua storia direttamente dalla sua voce su CRC alle 11!

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Raffaele, 34 anni, è nato a Paola, in provincia di Cosenza,  ma è cresciuto tra la Francia e il nord Italia; dall’età di 17 anni vive a Torino.

Cresce in una buona famiglia dai sani principi; i suoi genitori, pur non essendo praticanti, lo allevano infondendogli l’amore per Dio. Frequenta la chiesa cattolica e va all’oratorio.

Quando è ancora bambino, ha solo 7 anni, chiede alla madre di regalargli un vangelo, perché è incuriosito dalla figura di Gesù; per Raffaele Gesù è una persona vera, eccezionale, ma non capisce bene perché è dovuto morire sulla croce, quindi vuole capire.

Viene colpito in particolare da una frase, che si trova in Romani 12:21, che dice:  “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene“. Questo verso accompagna Raffaele per lunghi anni:  ne fa una regola da seguire, che gli permette di stare lontano dai guai fino all’età di 21 anni, perché pur provocato non alza mai le mani su nessuno, vivendo in modo molto pacifico.

Il nostro amico prova un profondo amore per Gesù, ma si sente un po’ una mosca bianca, perché le persone intorno a lui, anche quelle che frequentano la chiesa cattolica, non hanno il suo stesso interesse e amore, anzi lui sente che c’è molta falsità e si chiede “Ma dove sono gli altri come me?”. Per Raffaele, Gesù è una sorta di angelo custode, di cui sente la voce che lo guida a comportarsi bene.

Chiediamo a Raffaele se lui abbia mai parlato con i suoi genitori di quello che provava e ci risponde che sì, gliene parlò, esprimendo anche il desiderio di entrare in seminario per prendere i voti e diventare prete. Il ragazzo però si domanda se sia davvero necessario diventare prete per servire Dio, rinunciando anche ad avere una famiglia.

A 21 le cose cambiano improvvisamente: succede qualcosa di grave, Raffaele non ha voluto esplicitare cosa, che stravolge negativamente la vita del ragazzo. Pieno di rabbia e disprezzo, entra nella  chiesa vicino a casa sua e accusa Dio : «E tu ti fai chiamare “Dio d’amore”? Ma quale Dio d’amore! Quale Dio d’amore sei, visto come vanno male le cose qui sulla terra, a me vanno male?!». Dopo aver sputato se ne va ed esce dalla chiesa.

Raffaele non è più lo stesso; se prima, obbedendo alle parole scritte in Romani 12:21, viveva cercando la pace con tutti, ora  indossa una maschera e si mostra come un ragazzo cattivo e ribelle, pieno di rabbia, pronto a fare a pugni con tutti, a cercare la lite, aspettando solo di essere stuzzicato per reagire.

Quando il nostro ospite ha 25 anni subisce un incidente in auto; nel momento dell’impatto il ragazzo pensa che morirà, ma incredibilmente esce illeso mentre la sua auto nuova è completamente distrutta. Rimane sbalordito e turbato, ma invece di essere in qualche modo grato per essere ancora vivo,  cade ancora di più nella disperazione, perché non si capacita di come possano andargli così male tutte le cose.

Raffaele pensa al suicido. Vive nutrendosi di rabbia, nulla lo consola.

Qualche tempo dopo, mentre ascolta la radio, sente l’annuncio pubblicitario di una cartomante e decide di telefonarle. Nel pieno della sua crisi, non ricorda affatto di come si rivolgeva a Dio quando era un po’ più giovane e di come ne riceveva consolazione e amore.

Si reca all’appuntamento con la cartomante; quando è davanti al suo studio, sente una “voce” dentro di sé che gli dice “Ora tu perderai me”, Raffaele riconosce che è la “voce” di Dio, quella che amava sentire quando era bambino.

Mentre la maga gli fa le carte, dice a Raffaele dell’incidente d’auto che ha avuto, che lui è un ragazzo infelice, e quando ha finito di parlare del suo passato, gli chiede: «Cosa vuoi sapere?». Il ragazzo risponde: «Voglio conoscere il mio futuro», ma quando la maga comincia a parlare dalla bocca di Raffaele esce un deciso «Sei una bugiarda!».

La maga cerca di proseguire nella lettura delle carte, ma si ferma e dice a Raffaele: «Non riesco a farti le carte: tu hai a che fare con Dio! Tu credi in Dio?».  Il ragazzo pensa che non lo sa, che lui crede in un’entità, ma non sa più se crede in Dio.

Lascia lo studio della maga con più dubbi di quando è entrato e pensando che quella donna è una pazza, perché lui non ha più niente a che fare con Dio. Quella notte è una notte piena di incubi.

Per Raffaele la situazione peggiora ogni giorno di più: ormai è sull’orlo della depressione. Crede che niente e nessuno possa farlo uscire dal suo stato, che non  c’è più speranza, che tutto va male. Progetta di uccidersi, ma non riesce a concludere il gesto. Sempre più disperato, il giovane urla a Dio chiedendogli di farlo morire. Ma Dio non gli risponde.

Il nostro amico ci racconta che, con l’intenzione di farsi venire qualche brutto male, comincia a fumare una sigaretta dietro l’altra, con il risultato di ammalarsi seriamente di bronchite asmatica e di una forte infiammazione alle vie aeree superiori, così è obbligato a smettere di fumare, perché non riesce a inalare il fumo di sigaretta. La sua rabbia cresce ancora.

Un giorno si avvicina un suo collega, Samuele, che lo vede un po’ triste. Raffaele è seduto vicino alla macchinetta del caffè, durante una pausa, e sta rivolgendo a Dio la sua richiesta “Portami via da questo mondo“. Il collega mette gentilmente una mano sulla sua spalla e gli dice:  «Cos’hai?». Con rabbia e nervosismo Raffaele si toglie la mano di Samuele di dosso e gli risponde duramente: «Lasciami stare, che ho i miei problemi».

Più tardi, incuriosito, Raffaele si avvicina a Samuele, perché sente dentro di sé una sorta di richiamo “Vai da lui; lui ti indicherà la strada”; così ci va e a bruciapelo gli chiede: «Ma tu, di che religione sei?». Samuele lo guarda con stupore e gli risponde: «Io sono evangelico. Credo in Gesù» e lo invita ad andare con lui sotto la Tenda evangelistica “Cristo è la risposta”.

Il 27 giugno del 2004, Raffaele ci va e subito pensa di essere in mezzo a tanti matti, tra persone che esclamano “Gloria a Gesù!”, ma sente le parole di Vittorio Fiorese, il responsabile della Tenda che dice: «Gesù sta bussando alla porta del tuo cuore». Il giovane rivolge a Gesù queste parole: «Gesù, se veramente ci sei, entra nel mio cuore, perché io non ce la faccio più!».

Il mattino dopo, Raffaele si sveglia piangendo un pianto liberatorio e chiede perdono a Dio per i suoi peccati e per essere stato così ribelle.  Da quel momento, finalmente, una pace profonda scende nel cuore di Raffaele e la sua vita non è più la stessa: basta con la rabbia, con il nervosismo, con la ribellione! Ora sa che Gesù non voleva che morisse, ma voleva mostrargli il suo amore, consolarlo e aiutarlo.

I problemi continuano a non mancare, ma ora Raffaele non si sente solo, né disperato e lancia un appello ai nostri ascoltatori e lettori: «Se sei triste, dai la tua vita a Gesù, perché lui è la via, la vita e la verità: nessuno arriva a Dio se non per mezzo di Cristo! E quando Gesù dice che lui dà la pace che il mondo non dà è vero e io l’ho realizzato nella mia vita. Anche tu puoi realizzarlo!».

Aprire il cuore al Signore è più facile di quello che pensi!  Non ci credi? Provalo!

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